SEDIA ‘CADO', ‘Fall' Chair, 1994

‘Fall’ Chair, design chair created to facilitate suicide by hanging.

Sedia ‘Cado, sedia di design creata per agevolare il suididio tramite impiccagione.

Exhibitions: D.N.A.rt: VIRTUAL SUICIDES, solo exhibition, AOCF58 - galleria Bruno Lisi, Roma, Italy, 1994

Werther Germondari, Virtual Suicides, installation (50 DNArt ties + ‘Fall’ chair)


Un’avventura del cuore. Un ultimo respiro. Un viaggio una ricerca di amori e rumori. Una colonna sonora. Una elaborazione di suoni e pensieri. Un’ispirazione un‘erezione un azione. Una preghiera alla mamma. Una passione bruciante. Una folgorazione come la venuta dello spirito. Un’interferenza non casuale di emozioni derivanti da uno degli atti più radicali e determinati che un essere umano può compiere nel corso della sua esistenza. Non difendiamo o promuoviamo a spada tratta il suicidio in sé, ma, con tutto il nostro fervore di spirito, “l’idea di suicidio”, assumendo il gesto come simbolo della forza eversiva, insita in tutte le presenze sovversive e ribelli che lottano per poter affermare le proprie idee. (CCC CNC NCN) Ciò che oggi la tecnologia digitale ha cancellato, dissolvendolo nella memoria del nichilismo artistico, è il paradosso duchampiano, avendolo reso virtualità. In questa soglia cronologica che raccorda un millenni all’altro si affrontano mutevoli combinazioni o codificazioni di un immaginario del possibile. La possibilità di inventare mondi, di immaginare modi, di pensare a nuovi corpi, di studiare altre categorie estetiche, cambiare D.N.A.. Uscendo dall’asfissia del presente, dallo stereotipo artistico, uscendo da questo mondo, come Elemire Zolla sagacemente intuiva, per immaginarne un altro. Altri mondi, appunto, segnano l’emisfero creativo di Werther Germondari, altre frontiere sono delineate nelle sue oper/azioni. Mutare il codice genetico attraverso la progettazione in D.N.A.rt per ritrovare un senso, un ruolo nuovo alla stereotipia del presente. Attraversare, bucare, lasciare questo mondo attraverso la vertiginosa fuga della virtualità ideando universi plasmabili. Virtual suicides è in questo senso l’estrema possibilità di fuggire da questo reale, mutare frequenza, giocare con la fascinazione dell’inconoscibile. Non c’è drammaticità in questo atto estremo e radicale, ma solo desiderio di sperimentazione, non c’é pulsione di morte ma necessità di evento, di ricomporre altri codici, altri spazi. Virtual suicides è l’interzona del futuro, del piacere per l’altrove, è il salto tra il confine del corpo-uomo e corpo-macchina, tra umano e post-umano. E’ il linguaggio materiale, naturale che muta in immateriale/artificiale. E’ la dis/locazione verso il mondo sintetico...giù, vicino a noi, nel cyberspace. (Teresa Macrì, 1994)

Cravatta DNArt-©W.Germondari

Werther Germondari, DNArt tie, serigraphy of fragments of human DNA on 50 ties, 1994


Che ne sarà ora di tutte le teorie (filosofiche, giuridiche, psichiatriche) sul suicidio, ora che potremo suicidarci mille e mille volte, a nostro piacimento, grazie alla Realtà Virtuale? Se fossimo seguaci di quell'edonismo negativo che ebbe nel filosofo cirenaico Egesia il propugnatore e che prevedeva, più che la soddisfazione del piacere, l'esclusione del dolore, ci troveremmo in difficoltà; Egesia consigliava infatti il suicidio nei casi in cui la somma dei dolori dovesse soverchiare la somma dei piaceri. Molto meglio andrebbero le cose se fossimo invece seguaci di un edonismo positivo, ma niente a che vedere con quello degli anni ottanta: un Bacco, Tabacco e Venere (o Apollo), Virtuali.

Cominciamo dal sesso, una delle curiosità più morbose da parte di chi approccia la Realtà Virtuale le prime volte. Ebbene, agganciandosi al discorso sul suicidio virtuale si può affermare che anche per il sesso la VR rappresenterà una vera rivoluzione etica, sociale, religiosa, e chi più ne ha più ne metta: basti pensare alla possibilità, per le donne, di fare l'amor senza perdere la verginità . E ancora, niente più rischi di infezioni di AIDS. Quest'ultimo rischio sarà omesso anche per gli appassionati del Tabacco,  inteso come droga pesante o Extasi; in questi ultimi casi si potrà parlare anche di metadipendenza, ossia possibilità di farsi  in ambiente virtuale, di cui già si parla come di LSD elettronica. Ma anche i semplici fumatori potranno dedicarsi alla propria passione senza rischi di tumori ai polmoni. Sarà anzi auspicabile un ambiente virtuale fumatori nei ristoranti, sui treni, sugli aerei ecc.

A questo punto non citerò neppure i vantaggi per il versante Bacco, li intuirete da soli. Insomma, disgraziatamente o fortunatamente, non sarà utilizzando un mezzo che porterà verso la dematerializzazione che riusciremo nell'intento di dematerializzarci. (W.Germondari, 1994)




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